A due settimane dal Decreto che ha trasformato la penisola italiana in una grande "zona rossa" al fine di prevenire la diffusione del virus Covid-19, i contagi pugliesi - ad oggi fermi a 1.182 - appaiono in leggero declino, con la Provincia di Bari a rappresentare ancora una volta l’area più colpita della Regione, seguita dal foggiano. Secondo il bollettino regionale sono 89 i casi individuati nella giornata di oggi, uno in più rispetto a ieri (88), ma più di trenta in meno rispetto al nostro ultimo aggiornamento datato 23 marzo. Più di nove mila i tamponi realizzati. Numero record per i decessi, oggi pari a 17 e mai così alti dall’inizio della pandemia sul nostro territorio.

Dunque la percentuale dei contagiati pugliesi appare ben al di sotto rispetto a quanto si assiste in alcune aree del Settentrione ma, assodato che Puglia e Sud Italia abbiano due settimane di ritardo nella diffusione del virus, col passare dei giorni aumenta il timore che il numero di contagi possa essere sottostimato rispetto alla reale portata del fenomeno, soprattutto a causa della mancanza del materiale necessario per la realizzazione dei tamponi, come testimoniato dall’accorato appello mosso ieri sera al Tgr Puglia, dal governatore Emiliano: "Non ci sono i reagenti per fare i tamponi neanche a quelli che ne avrebbero diritto. Possiamo farne al massimo 800-900".

A ciò si aggiunge la grana della mancanza di dispositivi di protezione necessari per medici ed infermieri (mascherine, tute) come ricordato sempre da Emiliano e in particolare dalla Fimmg Puglia (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale). E intanto oggi è stato registrato il decesso del primo medico pugliese, un cinquantanovenne foggiano.

Questi, nel dettaglio, i contagi pugliesi del 26 marzo: 28 Provincia di Bari; 17 nella Provincia di Taranto; 13 Provincia Bat; 12 nella Provincia di Foggia; 12 nella Provincia di Lecce; 3 Provincia di Brindisi; 4 non attribuiti.